L’Italiana è un irriverente interpretazione dell’Italia e degli itailiani ai tempi del Coronavirus
Maurizio Sbordoni racconta i giorni di forzata clausura casalinga a causa del Coronavirus attraverso i contatti con la sua famiglia, le proprie riflessioni, le sue idiosincrasie reali e immaginarie. Un teatro dell’assurdo dove traspare innanzitutto l’amore-odio per gli italiani, che fanno e disfano in continuazione promulgando decine di leggi per poi non rispettarle in maniera puntuale. L’autore affonda alcune stilettate a partire dal nome del virus, il ruolo dell’OMS, sbaragliando alcuni draghi sulle malattie e proponendo consigli utili per la vita di tutti i giorni. Padroneggia la materia sorridendo sulle mascherine, i guanti e altri presidi medici perché lui li usa da decenni.
Il teatrino familiare è la parte più gustosa del libro, quella che dà vita a situazioni comicotragiche sempre sul punto di scivolare nell’assurdo. All’autore va il merito di aver dato un nome all’epidemia (L’ITALIANA), cosa che gli scienziati si sono guardati dal fare scegliendo una sigla tecnica astrusa. E lì dovrebbero scattare i primi sospetti di manipolazione, i mostruosi interessi economici che ruotano intorno alla creazione del vaccino.
Forse l’autore ha ragione, il comportamento del virus risponde al nostro modo di fare e di pensare anche se il fatto che sia esploso nel nostro Paese sia del tutto casuale: il virus è randomico, spiazzante, capace di unire il percorso tra due punti con una curva invece che con una linea retta. Si comporta come gli abitanti del Belpaese sempre pronti a saltare su un altro treno.
Mai sottovalutare gli italiani però, quando vengono messi alle strette danno il meglio di sé stessi come il Generale Della Rovere del film di Rossellini. Entrano nel personaggio e sono capaci di rovesciare qualsiasi finale scontato.
Maurizio Sbordoni L’ITALIANA (STOCAZZO EDITORE) acquistabile esclusivamente sul sito della casa editrice.