Libri: “Il Sentiero dei Violini” che fonde tre romanzi in uno

Libri: “Il Sentiero dei Violini” che fonde tre romanzi in uno

Il Sentiero dei Violini, di Maria Novella Bettini, è un romanzo in cui si fondono tre generi letterari

“Tutto è stato inventato nella forma narrativa del romanzo e la realtà (la cronaca dei fatti quotidiani) supera sempre ogni ipotetica costruzione romanzesca. Il romanzo è morto. Solamente copiando dai fatti di cronaca, “plagiandoli” oppure deformandoli a piacimento dell’autore si può continuare a pensare di scrivere storie”.

Questo è il ritornello che si sente ripetere ciclicamente quando manca un romanzo davanti al quale far scattare una esclamazione di stupore. Il panorama editoriale di conseguenza si appiattisce sulla scrittura di “romanzetti” seriali con protagonisti che più scontati non si può: ispettori e/o commissari malinconici, sacerdoti occhiuti, ex appartenenti alle forze dell’ordine in congedo iperattivi in scenari da cartolina. Invece no.

Nel fiume carsico delle decine di migliaia di romanzi che ogni anno prendono la via della libreria spicca il romanzo di MARIA N. “Il sentiero dei Violini” (Albatros Edizioni) che di generi letterari prova a fonderne tre. E questo (si sfida il lettore a scovare qualcosa di simile in Italia!) ne fa una novità assoluta. L’autrice, al secolo Maria Novella Bettini docente universitaria di lungo corso, di sentieri narrativi nel ramo della vicenda che racconta ne innesta ben tre dunque: la sua penna usa l’inchiostro di Liala con uno stile romantico e appassionato, l’albero della trama è il Sentiero dei Violini (la via di fuga usata dagli ebrei che fuggivano dai nazisti) condito da squarci di erotismo. Una miscela esplosiva da maneggiare con cautela.

Il Sentiero dei Violini, un libro unico nel suo genere

Reggere il confronto per trecento pagine con un esperimento simile è un’impresa ardua, ma l’autrice tiene strette le redini della trama anche se le scappa qualche ingenuità alla quale l’editor avrebbe dovuto rimediare: le descrizioni sono accurate e leggendole sembra di vedere i luoghi, la parola diventa evocazione che non fa perdere mai i punti di riferimento della vicenda. Quando si decide di abbandonare un modello bisogna crearne un altro, o almeno provarci. Davanti a un panorama editoriale asfittico, esente da scosse telluriche degne di nota, Il Sentiero dei Violini ha una sua unicità che apre strade finora inesplorate perché il lettore può ritrovare se stesso nella protagonista. Se fosse un film sarebbe il Titanic di Cameron: anche se tutti sanno che la nave affonda alla fine della storia, dopo i primi dieci minuti si rimane incollati allo schermo seguendo le peripezie amorose dei protagonisti.