Isola Ecologica, cronaca di una lunga attesa

Isola Ecologica, cronaca di una lunga attesa

Il 6 maggio, in piena epidemia da Coronavirus, si è creata una lunga fila di macchine…  per buttare l’immondizia.

È successa una cosa curiosa ad Acilia il 6 maggio scorso: una lunga, lunghissima fila di macchine si è creata in via di Macchia Saponara sino ad arrivare in Via di Saponara in attesa di raggiungere l’isola ecologica di via Domenico Morelli.
Quelle che a prima vista potevano sembrare macchine parcheggiate, erano in realtà macchine accese che, in lento (lentissimo!) movimento, avevano l’obiettivo di scaricare i propri rifiuti nell’isola ecologica del quartiere.

Improvviso senso civico?
Purtroppo no, anche se l’ipotesi non è del tutto da scartare.

Negli ultimi mesi di coronavirus, la quarantena ha permesso ai residenti di avere finalmente il tempo necessario a riordinare le proprie case, cantine, mansarde, sgabuzzini e giardini e, in virtù del periodo concesso, gli impavidi riorganizzatori di spazi stracolmi hanno accumulato una serie di rifiuti ingombranti che alla lunga sarebbero stati troppo vistosi da gettare in mezzo alla strada tra i rifiuti ordinari dei cassettoni; divani, pale di legno, mobili e mobiletti in disuso, ma anche arbusti, rami pesanti e stoffe di vario genere si sono accatastate nelle case in attesa di trovare una nuova dimensione (il riciclo, possibilmente) urtando la sensibilità di coloro che, con la polizia sotto casa in vena di controlli a macchine, pedoni, cani e gatti, giustamente non sopportavano quella massa estranea dentro casa ed erano pronti a liberarsene al primo segnale di via.

Presa d’assalto l’sola ecologia di via Morelli

E così è accaduto, quel primo mercoledì di maggio, che centinaia di persone educate e pazienti si mettessero in fila in attesa di entrare nell’Isola Ecologica di Via Morelli. Perché, come è possibile? Si chiederà il lettore (o l’automobilista, dipende dai punti di vista). Ebbene eccovi la verità fornita su un piatto d’argento: l’Ama – l’Azienda che i si occupa ambiente e raccolta rifiuti per conto del Comune di Roma- ha lasciato chiusa una delle due isole ecologiche del X Municipio, generando così un caos calmo. Quella di via Domenico Morelli, però, è un’isola ecologica a “metà”, non per servizio ma per disponibilità di tempo, visto che in periodo di pandemia offre al pubblico un orario dimezzato: dalle 7 alle 12. Lo dice anche Luigi de Angelis, il presidente del Comitato di quartiere Acilia-Prato Cornelio: “La coda l’ho misurata, partiva dall’edicola di via di Saponara, superava il semaforo, si snodava dietro i campi sportivi di via di Macchia Saponara per raggiungere l’ingresso del centro Ama. Ben 950 metri di auto allineate”.
Li ha contati, il Presidente: quasi un chilometro.

I passanti si sono guardati stupiti, un signore ha esordito dicendo: “All’inizio pensavo fossero macchine parcheggiate, poi ho visto dentro la gente e i bagagliai carichi e seguendo la fila ho capito, non s’era mai vista una cosa del genere”. D’altronde, il regolamento comunale obbliga di tenere puliti da sterpaglie anche i lotti di terreno inutilizzati per scongiurare il rischio incendio e così molti si sono adeguati. Il problema, secondo De Angelis è che i cassoni dell’Isola ecologica si sono riempiti molto velocemente ma “si tarda a sostituirli con altri vuoti, con il risultato che c’è pure chi dopo aver fatto ore di coda, non può neanche scaricare”.

D’altro canto, nella sede di Ostia i cittadini si lamentano perché pagano la tassa sui rifiuti senza poter disporre di un servizio di raccolta funzionante. In fondo questo è un pensiero civile, perché basta affacciarsi a ridosso della Pineta di Castel Fusano e Casal Bernocchi per accorgersi che nuove mini discariche sono emerse per inciviltà, pigrizia e mancanza di rispetto nei confronti di natura, decoro e popolazione.