Emergenza rifiuti: si torna a parlare del tritovagliatore di Dragona

Emergenza rifiuti: si torna a parlare del tritovagliatore di Dragona

Tra le ipotesi per risolvere l’emergenza, l’apertura degli impianti di Dragona o di Rocca Cencia

Per tentare di arginare l’emergenza riguardante lo smaltimento dei rifiuti di Roma, Ama sta cercando soluzioni per risolvere la crisi che si è creata nelle ultime settimane. Emergenza nata dal rallentamento dei due impianti di Malagrotta.

Le possibili soluzioni

Al momento le alternative possibili sembrano essere quelle del tritovagliatore di Dragona e quello privato di Rocca Cencia. L’impianto di Dragona, attualmente spento, ha bisogno però di utilizzare altri impianti perché i rifiuti che escono dal tritovagliatore necessitano di ulteriori lavorazioni. Nel sito di Dragona possono essere trattati comunque non più di 150-200 tonnellate di rifiuti al giorno.
Resta il fatto che l’emergenza rifiuti va risolta al più presto perché in alcuni quartieri, anche del X Municipio, la situazione sta diventando problematica e, anche a causa delle elevate temperature degli ultimi giorni, si sta arrivando al limite dell’emergenza sanitaria.

Le dichiarazioni del Sindaco Virginia Raggi

A discolpa dell’Amministrazione capitolina, il sindaco Virginia Raggi ha dichiarato: “Voglio raccontarvi con un po’ di dati ciò che stiamo facendo per affrontare le criticità nella raccolta dei rifiuti. Insomma non stiamo con le mani in mano come qualcuno vorrebbe far credere. Anzi, stiamo lavorando da tempo e senza sosta per superare e trovare una soluzione ai tanti problemi che ci sono. In queste ultime settimane Ama ha organizzato squadre speciali per potenziare la raccolta della differenziata e per pulire e sanificare i cassonetti. Finora sono stati puliti più di 55mila cassonetti. E continueremo a farlo in tutta la città”.
In merito al rallentamento del trattamento dei rifiuti a Malagrotta il Sindaco di Roma, Virginia Raggi si è espressa così: “Una delle accuse che ci vengono rivolte è: non eravate preparati al fatto che gli impianti di Malagrotta sarebbero andati in manutenzione e quindi avrebbero accolto meno rifiuti. Falso! Ci siamo mossi molto prima e tempestivamente per trovare soluzioni alternative, coinvolgendo tutti gli attori coinvolti.  Abbiamo chiesto ad aprile scorso la convocazione di un vertice in Prefettura nel quale Ama ha chiesto che le 500 tonnellate al giorno di rifiuti – che non sarebbero più potute essere trattate nei Tmb di Malagrotta per lavori di manutenzione – fossero ridistribuite.

Abbiamo riconvocato il tavolo in Campidoglio dove si è trovata una soluzione con tanto di indicazioni regionali per la ridistribuzione dei rifiuti in altri impianti sostitutivi. I ritardi poi ci sono stati perché un privato, Colari, ha tenuto le quote di riassegnazione per 10 giorni e non ha liberato i flussi. Tradotto: per chi non ha rispettato gli accordi e i patti presi 35mila cassonetti non svuotati a giugno. Un disagio di cui stiamo pagando le conseguenze ancora oggi. Da oltre 10 giorni il ciclo è ripartito: l’impianto di S. Vittore, liberatosi definitivamente dai conferimenti da parte di Malagrotta, ha iniziato a ricevere i rifiuti da AMA e da altri fornitori che, quindi, stanno lavorando ben oltre i ritmi ordinari per recuperare il fermo di circa 15 giorni. Al di là delle responsabilità per il piano rifiuti regionale che manca dal 2013, o delle recriminazioni legate al fatto, innegabile, che AMA non ha attualmente altri impianti se non il TMB di Rocca Cencia e il tritovagliatore di Ostia (di Dragona n.d.r.) adesso è il momento di trovare soluzioni. E noi, Roma Capitale e AMA, ce la stiamo mettendo tutta per reperire spazi e capienze e non far subire ai romani le conseguenze di un sistema impiantistico fragile che rischia di andare in crisi per ogni evento (ordinario o straordinario) che inevitabilmente può verificarsi lungo il percorso”.