Progetto Ostia Marina, gli archeologi dell’Unibo all’opera

Progetto Ostia Marina, gli archeologi dell’Unibo all’opera

Ostia Marina: conclusa l’ultima campagna di scavo nell’area archeologica di Ostia Antica

L’antica città di Ostium

La città antica di Ostia deve la sua etimologia al latino “Ostium“, che significa “bocca di fiume“, vista la posizione che la località ha occupato attorno alla foce del Tevere. Ostia venne in effetti fondata nel IV secolo a.C. attorno alle rive di un luogo di importanza strategica ed è stata la prima colonia dell’antica Roma. Ahinoi, sono pochi i turisti che annualmente visitano la capitale decidendo di passare una giornata tra le rovine di Ostia Antica, uno dei parchi archeologici più grandi d’Italia.
D’altro canto, i ruderi hanno attirato l’attenzione di alcuni studenti del Dipartimento di Storia, Culture e Civiltà dell’Università di Bologna, i quali sono venuti ad Ostia per far riemergere zone mai scavate o finora esplorate solo superficialmente.

Il Progetto Ostia Marina

Le rovine della città iniziarono ad emergere grazie agli scavi del XIX secolo, da cui si sono conservate, insieme ai monumenti pubblici, numerose case di abitazione e strutture produttive, che ne fanno un’importante testimonianza della vita quotidiana antica. Grazie all’accordo nato nel 2007 con l’allora Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma (oggi Parco Archeologico di Ostia Antica), è nato il Progetto Ostia Marina, che si concentra sul quartiere marittimo, una delle aree suburbane più importanti dell’antica città. Sul tema è intervenuto Massimiliano David, professore dell’Università di Bologna Alma Mater Studiorum, il quale ha dichiarato che “Il fascino di questa ricerca deriva dalla possibilità di documentare un paesaggio urbano che si è trasformato continuamente nei secoli, sia per mano dell’uomo che a causa dell’azione della natura”, entusiasta del prodotto del lavoro degli studenti scesi in campo.

Ostia Marina: le operazioni di scavo dell’Unibo

Grazie alle operazioni di scavo degli allievi, è ora possibile ottenere informazioni importanti su come mutarono i modi dell’abitare nell’antica città tra il II e il V secolo d.C.: concentrandosi nell’area del “Caseggiato delle due scale” e realizzando un saggio stratigrafico dell’area archeologica, gli studenti hanno portato avanti una campagna di restauro della “Caupona del dio Pan”, antica osteria che a partire dal IV secolo venne trasformata in un mitreo (edificio sacro destinato al culto del dio Mitra) decorato con marmi colorati.
Tutti edifici emersi nella cosiddetta “area del quartiere marittimo” di Ostia Antica, una realtà che fa parte del cuore della ricerca progettuale di Ostia Marina, un’area che si estende fuori dalle mura della città, oltre l’antica Porta Marina, che doveva distare poco più di centro metri dal mare quando venne realizzata nel I secolo a.C. In seguito, in quel tratto di costa il mare si allontanò. È così che nacque il quartiere: una zona suburbana che crebbe progressivamente sulla costa, fuori dalla città.

Le aree scientifiche d’interesse

Il ritrovamento di queste nuove zone sulla geografia del Parco ha consentito a numerosi esperti di diversa famiglia scientifica di impegnarsi su sfumature disparate della vita nell’antica città portuale: “Esperti del paleoambiente, storici dell’architettura, storici delle religioni, numismatici, medievisti e tanti altri specialisti”, dice ancora Massimiliano David “Tutti calamitati da scoperte che stanno offrendo opportunità inattese per riuscire a ricostruire la vita di questa antica città, un centro di fondamentale importanza per l’antico spazio mediterraneo”.
A edifici già noti e famosi come le “Terme della Marciana” e le “Terme di Musiciolus” ora sono tornati alla luce la “Caupona del dio Pan”, il “Caseggiato delle due scale” a cui sono associate le “Terme dello scheletro”, e le “Terme del Sileno”. Insomma, una scusa per visitare questa perla di storia antica una volta terminato il periodo di chiusure per Covid19.