Parco della Madonnetta: chi ci pensa?

Parco della Madonnetta: chi ci pensa?

Sul parco della Madonnetta sono state spese tante parole, ma alla fine quello che conta sono i fatti

Sul Parco della Madonnetta si è detto e scritto tanto in questi ultimi anni, ma mai della morte di un ragazzo. Più volte, anche dalle pagine di questo giornale, è stata raccontata la storia dell’area e con profondo rammarico la condizione di degrado in cui versa quello che un tempo fu uno dei Punti verde Qualità, fiore all’occhiello dell’amministrazione capitolina. In molti ricordano il parco quando fu inaugurato, attrezzato, pulito e ben organizzato e forse è proprio tale ricordo a rendere inaccettabile l’idea di quello che è diventato.

Come si presenta oggi il Parco della Madonnetta

Degrado, incuria, abbandono, rifugio di clochard e molto altro, tutto in negativo. La parabola discendente del Parco della Madonnetta è iniziata già da diversi anni, ma come spesso accade in questo Paese si accendono i riflettori su una problematica solo quando è un evento grave, gravissimo, a costringerci a farlo. Riccardo aveva solo sedici anni, il suo cuore non ha retto, forse per lo spavento, forse per lo sforzo della corsa che aveva intrapreso per scappare da un senzatetto che lo minacciava.

Perché non siamo liberi di attraversare un parco in sicurezza? Perché dobbiamo avere paura? E soprattutto, quante volte è stato denunciato lo stato di abbandono dell’area, la sporcizia e l’incuria, ma nulla è stato fatto?

Le richieste, gli esposti, le segnalazioni dei residenti non hanno avuto alcun riscontro. Nel frattempo l’area è stata più volte oggetto di atti vandalici e di incendi dolosi che hanno interessato anche la sede dell’Associazione Salviamo il Parco della Madonnetta, fondata proprio per tentare di salvare il parco. È una storia all’italiana, se così vogliamo chiamarla, figlia delle lungaggini burocratiche e palese manifestazione dell’incapacità (o della non volontà) dei vari amministratori politici che si sono alternati in questi anni. Ironia della sorte, proprio pochi giorni prima della morte del giovane Riccardo, l’Assessora al Patrimonio e alle Politiche abitative del Comune di Roma, Valentina Vivarelli, parlava in un post pubblico di progetti di rilancio per il recupero e la riqualificazione dell’area.

Di chi è la responsabilità?

Resta il fatto che a questo punto non si si sarebbe dovuto arrivare. Le parole e le denunce sono cadute nel vuoto, come nel vuoto restano le dichiarazioni dei vari politici che hanno parlato in seguito alla morte di Riccardo. È giunta in seguito anche la notizia di due runner che sono stati inseguiti da un clochard armato di coltello mentre attraversavano il Parco della Madonnetta. È accaduto il giorno di Pasquetta. Ancora una volta, permettetemi di aggiungere. Intervenuti sul posto gli agenti delle forze dell’ordine hanno constatato che lo stesso clochard sarebbe stato vittima di violenza, percosso da altri due senza tetto per aver attirato l’attenzione sull’area.

Facciamo attenzione a come analizziamo questa storia. Il gioco dello scarico di responsabilità non serve più a nessuno. Puntare il dito contro i senza tetto significa guardare solo la punta di un iceberg. L’attuale amministrazione capitolina è colpevole di immobilità, come lo è stata quella precedente e quella precedente ancora. Possiamo dire che si tratta di una responsabilità condivisa che fino ad oggi nessuno ha avuto la maturità, o la voglia, di affrontare sul serio.