Libri: “Non basta una parrucca”

Libri: “Non basta una parrucca”

“Non basta una parrucca”: storie di vita, il transessualismo dal maschile al femminile

Se le parole fossero capelli, non basterebbero quelli di una capigliatura folta per raccontare in una recensione il volume di Antonio Veneziani “NON BASTA UNA PARRUCCA” – Storie di transessualismo dal maschile al femminile. Con la collaborazione di Ignazio Gori. Fandango Libri”. E’ un testo unico e primo nel suo genere. Scrive l’autore: “Desideravo raccontare storie vere, a volte tragiche, spesso dure, altre ancora amare, qualcuna gioiosa, ma tutte assolutamente libere. Ci ho provato. Ho pedinato vite. Ho trascritto verbali, in modo onesto e partecipe…”.

Nel suo “Non Basta una parrucca“, Veneziani, poeta consumato della Scuola Romana, padroneggiando la Metodologia delle storie di vita si lancia nell’esplorazione sul campo degli “uomini che vogliono diventare donne” costi quel che costi. E spesso pagando un prezzo molto salato. Chi sono, che cosa provano, come (soprav)vivono, quali sono le loro paure e le loro certezze? Oltre alle interviste con i soggetti interessati (e le peripezie affrontate per ottenerle), Veneziani sbozza anche il profilo dei clienti dei trans che si prostituiscono per vivere. Alla forma intervista si affianca quella del monologo intervista inteso come flusso di parole ininterrotto, che spesso parte dalla decodifica di annunci pubblicitari con un numero di telefono cellulare e un nome spesso falso. Il risultato è un lavoro che splende di luce nera, quella del dolore distillato dalle parole dei protagonisti che quando omettono alcuni fatti, perché troppo crudi, li lasciano alla ricostruzione del lettore: se sono arrivati a poterla raccontare è perché sono dei veri e propri sopravvissuti al peggio.

Il volume rovescia i luoghi comuni attraverso le storie dei protagonisti

Parecchi sono i luoghi comuni e i draghi dell’ovvio sbaragliati da questo lavoro. Uno per tutti, quello di dimensioni maggiori, è che sono pochi i “trans” che scelgono di combattere per le battaglie civili che li toccano sulla pelle viva; la maggior parte è impegnata-oppressa dal pensiero di come assicurarsi un fine vita sereno e tranquillo, non per egoismo ma per pura necessità. I protagonisti delle storie camminano sempre sul filo del rasoio: la maggior parte dei soggetti intervistati ha attraversato la dipendenza dai “paradisi artificiali” e alcuni hanno anche levato la mano su sé stessi, ma una possibile tragedia diventa un punto di svolta e una nuova possibilità di vita. Il transito verso un inizio.