jBarton, trapper di Casalpalocco che vola a Milano con Charlie Charles

jBarton, trapper di Casalpalocco che vola a Milano con Charlie Charles

Da Casalpalocco alla Future Legend, la storia, i sogni e le aspettative di un giovane trapper palocchino

jBarton è il nome d’arte con cui si presenta Valerio Martinelli, abitante di Casalpalocco, 23 anni, cresciuto in ambiente musicale da quando ha emesso il primo vagito; suo padre infatti è lo storico personaggio di quartiere Enrico Martinelli, fondatore di Radio Casalpalocco Stereo, la Radio dell’omonimo quartiere, on Air in FM negli anni 70-80-90; è proprio in questi ambienti che il giovane talento palocchino è cresciuto, circondato da un mondo musicale fatto di nomi, note e collaborazioni artistiche.

È grazie a Future Legend che il ragazzo però dimostra di saper cogliere l’attimo e di sfoggiare gli insegnamenti di una vita passata all’insegna della musica: il famoso brand Coca Cola ha infatti indetto un concorso per scoprire giovani talenti in ambito musicale. Sono partiti in più di 1000 e ora sono rimasti in otto, divisi in 4 generi musicali: Pop, Rap, Soul e Trap. I generi sono divisi dunque in quattro squadre, capitanate da personaggi noti nell’ambiente musicale: Irama è a capo del gruppo Pop, Emis Killa di quello Rap, Annalisa rappresenta la squadra Soul e infine Charlie Charles coordina il team Trap. Ed è proprio qui che s’inserisce il giovane jBarton, il quale dopo una breve avventura hip hop passata tra le strade del quartiere è approdato alla musica trap attraverso sonorità più tipicamente urban, sebbene lo stile sia particolare e al momento ancora difficile da etichettare – per fortuna.
Adesso che siamo in dirittura d’arrivo, il concorso ha lasciato due “semifinalisti” per ogni gruppo e il ragazzo, superando tutte le prove, ha dato dimostrazione di essere degno della sua posizione in classifica sotto gli occhi vigili di Charlie Charles che è produttore di Mahmood, Sfera Ebbasta , Ghali, Gue Pequeno e Dark Polo Gang, giusto per citarne alcuni.

Compito di mandare avanti il talent non è di una giuria ma del pubblico, che offre alle promettenti celebrities un consenso “dal basso” dando sempre più credito alle giovani voci che già sono state diffuse mediante le web radio di Radio 105. Al momento sono otto i nomi che forse entreranno nella memoria degli anni a venire e sono: Edoardo e Margot (Pop); Mathìs e True Skill (Rap); Eddie Broke e Mikesueg (Soul); jBarton e Madblow. In questo contesto tutto italiano spunta il nome di jBarton in rappresentanza della musica Trap. L’artista, residente a Casal Palocco e sempre vissuto nel X Municipio romano, afferma che “la trap è il metodo più semplice ed efficace per esprimere se stessi” e la sua canzone – Toreo – un ibrido tra trap e flamenco, parla del dualismo tra il bisogno di stare da soli e la voglia di stare con gli altri.
Ad ascoltare Toreo si rimane incantati. La melodia di sottofondo ricorda un Mahmood meno arabeggiante e più ispanico, proprio in virtù del puro mix di sonorità trap e flamenche. “Mischiare la trap ad atmosfere particolari è un modo per allontanarmi dalle ‘copie’ che girano in continuazione nella trap più commerciale” spiega jBarton “la trap è un genere molto semplice e proprio per questo mi dà la possibilità di fare tante cose ma non mi sono ispirato a Mahmood, sto sperimentando qualcosa di unico”.

Cosa ti ha spinto a scegliere questo genere?

È proprio questa semplicità che mi spinge ad un impulso creativo maggiore, è una vera e propria opportunità per giocare con i suoni e per produrre qualcosa di originale. Mi sono accorto che la trap e la musica più in generale è l’espressione più diretta di me stesso e allo stesso tempo è un po’ l’amico con cui mi sfogo. Nel mio piccolo cerco di fare una trap che sia facile all’ascolto, che sia fruibile da tutti e che affronti testi dai temi un po’ più elevati.

Come Toreo?

Sì, esatto! Toreo parla di una storia d’amore intesa come una danza di flamenco: se vedi ballare il flamenco c’è passione, ma sembra che ci sia anche della rabbia. L’idea è che in questo gioco chi molla per primo è quello che perde tutto senza trovare la calma. Così facendo io cerco di parlare anche di una generazione che ha bisogno di resistere per forza di cose.

Quando è iniziata la tua storia d’amore con la musica?

Ho cominciato a fare musica alle medie, quando suonavo in una cover band dei Red Hot Chili Peppers; poi al liceo ho scoperto che qualche amico  scriveva e da lì ho iniziato anche io. Sono una decina d’anni che sono nell’ambiente ma non ci avevo mai creduto fino in fondo. Ora invece abbiamo uno studio in un box auto in via Bepi Romagnoni ed è lì che proviamo in continuazione, anche con l’aiuto di Filu G. che mi aiuta nella struttura delle basi.

Perché hai scelto il nome “jBarton”?

jBarton deriva dal nome di Joey Barton, un calciatore folle che ha fatto storia per la sua follia in campo. Nonostante il suo modo di fare così fuori dagli schemi è sempre riuscito a partecipare ad ogni partita come giocatore. Io di lui ho preso i tratti positivi, cioè il coraggio di essere me stesso arrivando a fare ciò che amo senza badare ai pregiudizi.

Il quartiere in cui vivi in qualche modo ti ha portato ad avvicinarti allo stile e alla musica in generale oppure ti sei sempre mosso al di fuori?

Infinitamente, perché papà e mamma, entrambi coinvolti nel mondo radiofonico di quartiere, ci hanno sempre creduto al massimo e mi hanno sempre spinto a fare qualunque cosa potessi fare.

Charlie Charles è il produttore di Mahmood, Sfera Ebbasta, Ghali e molti altri. Cosa ti aspetti dal futuro?

Guarda, tutto ciò che tocca Charlie Charles diventa disco di platino. Quando mi sono candidato al Future Legend l’idea era di fare il più possibile per entrare in contatto con questa realtà e ti confesso che con Charlie basta parlarci un attimo per vivere il sogno. È difficile dire che non mi aspetti di entrare in quel mondo adesso che ci ho messo già un piede dentro, io continuo a crederci tanto e di sicuro l’esperienza che mi ha caratterizzato prima del contest può aiutarmi.

Allora quando vieni a farci un concerto nel quartiere?

[ride, ndr] L’ho fatto il 18 aprile in un pub vicino al centro Eschilo! Abbiamo fatto questo live sperando ci fossero 40-50 persone invece se ne sono presentate 200. La cosa fantastica è che la zona ci supporta moltissimo e spero davvero di poter ripresentarmi presto sulla scena che mi ha fatto nascere.

Attendiamo trepidanti la fine del contest Future Legend per scoprire se Valerio Martinelli, in arte jBarton, da Casalpalocco farà il salto definitivo verso i palcoscenici di tutta Italia. Il talento di sicuro non manca, ma l’ultima parola è nelle mani del pubblico, invitato a votarlo attraverso il QR code presente sulle lattine o le bottiglie di Coca Cola che rimandano direttamente al sito per esprimere la propria preferenza. La voce di jBarton è fresca e piena di entusiasmo, comunica energia e grande determinazione lasciando spazio, però, a quella simpatia e semplicità ben apprezzata che è tipica degli abitanti di Roma. Non male per uno che si è da poco esibito all’ultimo piano dell’Allianz Tower di City Life a Milano, no?