Il Grassi cambierà nome?

Il Grassi cambierà nome?

Si rinnova la polemica riguardo al nome dell’ospedale Grassi di Ostia

La battaglia sul nome del Grassi continua

È ripartita la battaglia per cambiare il nome all’ospedale di via Passeroni, quello dove la maggior per parte dei componenti delle generazioni Z e Millenial sono nati.
Il nome proposto? “Sant’Agostino”, il che significherebbe fare un salto da Giovanni Battista Grassi, scienziato (1854-1925) che a cavallo tra i due secoli individuò la zanzara anofele portatrice della malaria che appestava l’Agro Romano, al Dottore della Chiesa (354-430 d.C.) che con la madre dimorò a Ostia Antica e morì vescovo d’Ippona (attuale Algeria).

Il portavoce del “cambia nome”

Ma la sfida tra la voce della scienza e la voce della religione inizia ben prima che l’ospedale prendesse forma: era il 1978 e la struttura che conosciamo oggi era ancora solo un progetto in costruzione. È Rinaldo Raganato, oggi 87 anni, che perse la battaglia all’epoca del pentapartito ma oggi si moltiplicano i sostenitori del Presidente Onorario dell’Associazione Sant’Agostino, il quale spiega il motivo della sua richiesta: “Sant’ Agostino è cittadino di Ostia, nel 387-388 è stato ad Ostia con la madre; poi è stato fatto patrono nel 2004, quindi quale migliore occasione di nominare l’ospedale in questo modo? Mi pare che in questo modo si possa normalizzare una situazione che era un po’ anormale”.

La storia della struttura sanitaria

L’idea trova origine addirittura in alcune risoluzioni circoscrizionali e comunali dell’inizio degli anni 2000 ed è sostenuta anche dalle circostanze verificatesi nel tempo: l’ospedale si trova su un’antica colonia -che prende il nome del Santo, appunto – donata dal lascito di Carlo Scotti per usi sociali e diventata nel 1978 dipartimento sanitario di primo intervento. Solo da qualche anno si chiama Casa della Salute.
Tutto coincide, sembrerebbe, per poter tentare questo cambio di denominazione, che ci riporta all’inizio degli anni Ottanta quando si discusse sul titolo della struttura in costruzione: “Grassi non era cittadino di Ostia, Agostino sì. Per un anno il Santo ha vissuto qui assieme alla madre Monica. Dal 2004 è stato innalzato a patrono della cittadina lidense (il 28 agosto, ndr). Una sua statua – continua – è nei giardinetti davanti alla sede del X Municipio. E nel giugno 2017 è stata inaugurata la chiesa di Sant’Agostino Vescovo” e ancora “Al mio fianco ho tutti gli abitanti di Ostia, di cui Sant’Agostino è patrono – assicura Raganato – l’idea è quella del baratto: trasferire il nome Grassi al Poliambulatorio di Fiumicino in via Coni Zugna, ancora oggi senza nome. E ribattezzare l’ospedale di Ostia “Sant’Agostino”

Cosa resta da fare?

Ed infatti la vicenda riparte nel 2001, col voto unanime della risoluzione “urgente” del X Municipio, che allora era circoscrizione XIII. Da allora una valanga di consensi. “In prima linea – racconta Raganato – padre Giovanni, parroco di Regina Pacis e monsignor Falbo, di Santa Monica. E le suore Immacolatine, in corso Duca di Genova, le suore del Santissimo e tutti gli istituti religiosi tifano per Sant’Agostino”.
E allora? Cosa resta da fare?Pare che la questione del nome del Grassi si sia incagliata in Regione.

Ma se oggi cambiare nome all’ospedale sembra questione di vita o di morte perché sin da subito non è stato intitolato al vescovo d’Ippona?

“Per ragioni di opportunità politica – ammette Raganato – Dagli anni ’60 mi sono adoperato perché Ostia disponesse di una struttura sanitaria sul lungomare Paolo Toscanelli (oggi anonima Casa della Salute). Venne chiamata Sant’Agostino. I patti erano che il presidio sarebbe stato annesso al nuovo ospedale (inaugurato nell’’85) cui sarebbe stato trasferita l’intitolazione. Invece si giocò una brutta partita ideologica. A quei tempi le vecchie Usl (Unità sanitarie locali, ndr) erano dirette da un Comitato di gestione espressione del pentapartito, che decise che l’ospedale dovesse essere dedicato a un laico, Giovanni Battista Grassi. Col chinino il grande medico salvò la vita dei ravennati mandati a bonificare le terre da Isola Sacra a Maccarese. Però – conclude Raganato – quelle zone rientrano nel Comune di Fiumicino, dov’è sepolto Grassi”.