Donne vittime di violenza: quali servizi nel X Municipio?

Donne vittime di violenza: quali servizi nel X Municipio?

Ecco dove possono ricevere aiuto le donne vittime di violenza

Diversi casi di violenza sulle donne hanno purtroppo scosso il X Municipio nei mesi scorsi: un uomo all’Infernetto che grazie a un virus sul cellulare spiava la compagna da due anni, portandola a vivere nel costante terrore, arrestato il 22 aprile; una aggressione alla ex compagna da parte di un 57enne già agli arresti domiciliari; il pestaggio di una donna, poi medicata all’ospedale Grassi di Ostia, sotto gli occhi dei figli da parte del marito e infine il maltrattamento di una madre anziana per soldi. La violenza domestica è un problema diffuso e durante la pandemia è stata registrata una sua recrudescenza, sia nella cronaca sia nell’allarme lanciato dai centri antiviolenza di tutta Italia. Ma a chi possono rivolgersi le donne del X Municipio che abbiano questo tipo di problema?

Donne vittima di violenza nel X Municipio: a chi rivolgersi

Associazione pioniera nel contrasto e nella prevenzione della violenza sulle donne nel territorio del X Municipio è Punto D, nata in seguito alla mobilitazione per un femminicidio avvenuto a Ostia nel 2013. Da allora si è occupata soprattutto di informare, educare e prevenire. L’associazione è anche parte della Rete per l’Empowerment e l’Auto Mutuo Aiuto (Reama) che, tra le altre attività, gestisce uno sportello di indirizzamento ai servizi per donne che subiscano violenza, sportello purtroppo fermo dall’inizio della pandemia.

Fondamentale presidio sul territorio rimane invece quello dell’ospedale Grassi di Ostia (momentaneamente spostato alla Casa della Salute, lungomare Paolo Toscanelli, 230), uno sportello nato nell’ambito del “Codice rosa” e gestito dall’associazione Differenza Donna, con l’obiettivo di “fornire l’intervento più idoneo alla gestione del caso, attraverso l’attivazione di un piano progettuale d’emergenza, che prevede percorsi celeri e dedicati di diagnosi e cura, interventi psico-sociali, segnalazione alle forze dell’ordine, Tribunali, Servizi Sociali territoriali, collocazione in strutture protette”. Un fondamentale sostegno, quindi, alle donne che subiscono violenza nel X Municipio. Ne abbiamo parlato con Maria Rosaria Forte, assistente sociale dell’ospedale Grassi e referente per l‘”Emergenza codice rosa”.

Che tipo di intervento fa il Pronto Soccorso dell’Ospedale Grassi e come accedono le donne allo Sportello antiviolenza dell’associazione Differenza Donna?

Lo sportello accoglie donne e minori che abbiano subito violenza e che lo dichiarino in accesso al Pronto Soccorso dell’Ospedale Grassi. A volte questo avviene in seguito a un primo contatto da parte del personale ospedaliero stesso, che in seguito a lesioni sospette mette in comunicazione le donne con lo sportello, altre sono le stesse persone che subiscono violenza a chiedere di poter accedere al servizio. Un primo colloquio avviene con contatto telefonico o con quello diretto (lo sportello è aperto lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9.30 alle 14.30, ma il numero 3495116624 è attivo h24). Successivamente viene attivato un lavoro di rete, che mette in gioco diverse competenze e professionalità: non solo le operatrici formate contro la violenza sulle donne, ma anche psicologi, assistenti sociali e forze dell’ordine, che vengono formati sul tema per poter sostenere le donne in maniera competente. Anche solo un professionista che non sappia trattare adeguatamente il tema può interrompere il percorso di fuoriuscita dalla violenza.

Quindi vi occupate anche di formazione?

Sì, la Asl Roma 3 per esempio ha recentemente finanziato un progetto di formazione su questi temi organizzato da Differenza Donna e rivolto a personale medico e forze dell’ordine proprio affinché si sviluppino competenze adeguate.

Cosa è cambiato dall’inizio della pandemia?

Purtroppo lo scorso anno abbiamo visto un forte calo degli accessi, da più di duecento sono passati infatti a un centinaio, un calo che durante il lockdown di marzo 2020 è stato particolarmente drammatico. Le donne, costrette a stare in casa, non riuscivano nemmeno a telefonare per chiedere aiuto. Per fortuna, ultimamente sembra che la richiesta del servizio sia ripresa.