Chi è Jad Piluna, l’artista del Parking Tour

Chi è Jad Piluna, l’artista del Parking Tour

Ha ideato i concerti lampo per rianimare i quartieri, ecco chi è l’uomo che regala performance musicali

Jad Piluna è il Banksy della scena musicale romana, primo artista a lanciare l’idea del “Parking Tour”: concerti lampo completamente acustici nei parcheggi dei supermercati all’imbrunire, in luoghi destinati al silenzio e all’abbandono in quartieri diventati dormitori dopo l’orario di chiusura dei negozi. Spazi destinati al nulla si sono trasformati nei week end di luglio e agosto in luoghi di aggregazione e socialità giovanile.

Ecco chi è l’uomo che organizza concerti improvvisati nel X Municipio

Molti si sono chiesti chi c’è dietro a questo personaggio che compare all’improvviso, chitarra a tracolla, nel proscenio dei supermercati del X Municipio stregando decine di persone con le sue performance musicali. Il suo nome è Francesco Ciavarella e si definisce “poeta di strada”, pasoliniano per nascita e per scelta, cultore della parola che va dallo slam poetry a Carmelo Bene con vorticose contaminazioni con la lingua di Trilussa. Un bandito musicale, un ladro di suoni e parole che restituisce con le sue performance in moneta “sonante” pronta cassa.

Il suo repertorio è praticamente illimitato e attraversa ogni genere, ma nessuno può provare a trattarlo come un juke box. Non c’è moneta che può convincerlo a suonare senza essere se stesso. In questi giorni ha un video in rampa di lancio su youtube scritto e arrangiato sull’onda di un’esperienza che lo ha morso nella carne: la perdita di una persona amata è diventato il pre-testo per un canto di dolore. Angie era il nome della donna e riecheggerà nel titolo della canzone composta di testi, poesie, brani tratti dai libri di una ragazza che gli è scivolata via dalle mani come una persona che non si riesce a salvare dall’abisso. Ha uno staff di prima scelta, Luca Cucchetti e Stefano Di Carlo in primis, precursori dell’underground romano degli Anni novanta.

Ecco perché Jad Piluna è unico nel suo genere

Jad Piluna ha conosciuto Roma dalle stelle alle stalle, dal paradiso dell’inferno fino al pugratorio in terra e questo nuovo percorso è la sua resurrezione. Una risalita dagli inferi. Dai paradisi artificiali andata e ritorno con le cicatrici che si aprono e chiudono e aiutano a non ripetere i medesimi errori. Le infinite sfaccettature della realtà sono il suo lato estetico: gentleman, pacato, posato, virile e cruento allo stesso tempo, gli elementi che le circostanze del momento richiedono con un presente intenso e vissuto.

Non c’è nulla di scontato o già visto nelle sue esibizioni, non c’è cover musicale dove non usi i suoi personalissimi strumenti di effrazione culturale e artistica per spremere nuova linfa da ogni singolo accordo e da ogni parola. La fusione del romanaccio, romanesco e coatto di borgata da lui coniato sono il sangue che gli scorre nelle vene depurato nell’inglese rabbioso del rock che taglia il vetro come un diamante, un linguaggio personale ma universale da biblioteca di babele; schegge di vetro che si conficcano nel cuore di chi ascolta.

Dice senza dire, ammicca, allude senza menzionare, è l’equilibrio degli opposti. Le periferie sono anche questo: mentre Roma brucia scorticata dalla bruttezza Jad Piluna sconfigge le tenebre e i suoi draghi illuminandole con la musica.